La vita di un freelancer si fonda su una buona dose di libertà e indipendenza
Non avere orari fissi, non avere un capo, non dover chiedere permessi, ferie, congedi, insomma non dovere seguire le regole di un lavoro dipendente. Un freelancer risponde solo a se stesso e ai suoi sogni, desideri, aspirazioni.
Infatti la giornata lavorativa di un libero professionista è fluida e mutevole, ma questo non vuol dire che sia incerta o instabile, piuttosto che è caratterizzata da una certa flessibilità; il freelancer ha la libertà di scegliere quali incarichi accettare e l’ambito in cui lavorare; può organizzare il proprio lavoro, gli appuntamenti, la faccende amministrative secondo le proprie esigenze, scegliendo i momenti migliori della giornata e quante ore dedicare ad ogni singola attività.
Essere liberi di gestire il proprio tempo
Nella vita di un freelancer tutto ruota intorno alla pianificazione e alla gestione del proprio tempo secondo ciò che più si confà al proprio stile di vita; ciò che conta è portare a termine i propri incarichi in maniera efficace e soddisfacente. Perciò se si preferisce lavorare la mattina presto piuttosto che la sera tardi perché si è più attivi e concentrati, si è totalmente liberi di farlo. Allo stesso modo il freelancer può scegliere il luogo in cui svolgere la propria attività lavorativa, che sia il proprio appartamento, il proprio studio, uno spazio di coworking e/o coliving o una caffetteria di quartiere. Ovunque si senta più produttivo ed efficiente.
Essere un freelancer significa non sentirsi mai sotto una lente di ingrandimento, senza nessuno che controlla ciò che fai, come, quando e in quanto tempo: il freelancer è un lavoratore libero e indipendente.
La libertà di organizzarsi e amministrarsi da soli: pro e contro
Certo, avere la libertà di scegliere con chi collaborare, per quali clienti lavorare, a che ora, dove e quando è un aspetto non irrilevante e sicuramente affascinante; attenzione però, il freelancing non è per tutti e non è di certo uno stile di vita privo di complessità.
Essere un lavoratore autonomo richiede una grande capacità organizzativa e anche imprenditoriale. D’altra parte fare il freelancer è come gestire la propria attività, cercando i clienti, scegliendo eventuali collaboratori e firmando contratti. Per questo è necessario essere bravi comunicatori in grado di generare interesse verso i propri servizi e di instaurare relazioni durature e stabili; è essenziale poi essere capaci di selezionare la clientela giusta, accettando incarichi che vadano d’accordo con le proprie possibilità. Inoltre non bisogna dimenticarsi dell’importanza del personal branding: soprattutto all’inizio di una carriera da libero professionista, ma anche durante il suo sviluppo, è fondamentale farsi conoscere e dare una buona impressione. In questo senso, è bene prevedere di investire anche una piccola somma in attività di marketing volte a trovare clienti e collaboratori e al contempo a farsi trovare da loro.
A controbilanciare la fortuna di condurre un lavoro in piena autonomia e libertà vi è la difficoltà di doversi amministrare da soli. Questo significa imparare a gestire le finanze, le tasse e le fatture. Tale aspetto è importante tanto quanto l’essere svincolati da regole. Infatti un lavoro da freelancer è sì libero da regole e vincoli di orari e luoghi, ma è anche un lavoro che non garantisce uno stipendio fisso a fine mese. Pertanto risulta essenziale avere la garanzia di essere ricompensati per il lavoro svolto; non succede di rado però di trovarsi di fronte a clienti inadempienti o ritardatari nei pagamenti. In tal caso il freelancer dovrà avere la capacità di sentirsi a proprio agio nel rivendicare il proprio lavoro e riscuotere quanto dovuto.
Scegliere collaboratori e fare networking: l’importanza di costruire relazioni
Anche se si pensa che il freelancing sia per lo più un lavoro solitario e da remoto, in realtà parte integrante del lavoro è costruire relazioni e fare networking. Avere una rete di conoscenze, amicizie e collaborazioni – come ad esempio far parte del gruppo BeetCommunity | Professionisti Connessi – aiuta a creare fiducia intorno al proprio nome e quindi al proprio lavoro, costruendosi una buona reputazione. Così facendo si può innescare un circolo virtuoso di passaparola che può portare a trovare nuovi clienti e ottenere nuovi incarichi.
Destreggiarsi tra diversi clienti e diversi progetti è un’attività sfidante e stimolante, ma, come detto, non è di certo semplice essere multitasking. Per questo è importante saper scegliere il luogo giusto in cui lavorare e anche saper riconoscere i momenti adatti per prendersi una pausa; far riposare la mente consente di mantenersi lucidi e minimizzare le perdite di tempo e le distrazioni.
In BeetCommunity puoi trovare la dimensione lavorativa più adatta a te: postazioni computer con gli strumenti software fondamentali, sala riunioni, cucina, spazi per il break time. Dai un’occhiata e scegli la tua opzione.
Una volta trovato il giusto ritmo e aver settato la propria routine, il freelancing può diventare una carriera altamente gratificante e sicuramente redditizia.
About The Author: Giulia Palmeri
Ciao, sono Giulia, un’instancabile sportiva sempre davanti ai fornelli. Uh?
Sì, la mia giornata è fatta di tanto sport e cucina (preferibilmente con ingredienti bio e a km 0, ma questa è un’altra storia).
Ma poi, tra una nuotata, una lasagna al pesto di pistacchio e una sessione di Yoga, mi diletto anche a fare la markettara. Già, perché a me no che non mi riscopra Federica Pellegrini o Cristina Bowerman, con lo sport e la cucina amatoriale non ci si pagano le bollette.
Nel mio tempo libero infatti ho anche studiato e nel giro di qualche anno sono diventata una Digital Marketing Specialist. In sostanza pianifico strategie, scrivo contenuti e gestisco budget per attività di marketing online, con la stessa attenzione maniacale ai dettagli che ha un sarto quando cuce un vestito.
Non amo prendermi troppo sul serio, però in quello che faccio cerco di dare il meglio di me, tenendomi aggiornata per imparare ogni giorno qualcosa di nuovo.
Sono socievole, solare e amo il lavoro di squadra, ma se becco qualcuno a sbagliare una regola di grammatica non possiamo essere amici.
Come definirmi allora? Be’, con una reinterpretazione personale delle famose 4 P (il buon Porter mi scuserà): preparata, puntigliosa, pragmatica e palermitana.
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