I benefici della condivisione: differenza tra coliving e cohousing

È un dato di fatto ormai che stiamo vivendo un momento storico particolarmente delicato dal punto di vista relazionale: le misure di sicurezza per tutelarsi dai rischi del Covid-19 ci impongono di mantenere una lontananza fisica dal prossimo che non va d’accordo con quella che è la natura umana.
In questo contesto allora diventa ancora più importante investire su modelli e pratiche che agevolino la socialità e la condivisione, così da riuscire a scongiurare problematiche derivanti dalla sensazione di solitudine e isolamento.

La tecnologia già fornisce un grande aiuto in questo senso: il poter essere sempre connessi e in contatto con gli altri permette di continuare a coltivare i propri rapporti e condividere momenti ed esperienze anche a distanza. Pertanto diventa necessario imparare a utilizzare e introdurre nella propria quotidianità, tanto lavorativa quanto privata, strumenti digitali per la condivisione e la collaborazione
Ma ci sono poi contesti come il coliving e il cohousing che invece permettono di condividere e collaborare dal vivo, abbattendo del tutto la distanza fisica rimanendo però in sicurezza.

Ma quali sono le differenze tra il coliving e il cohousing?

È bene allora provare a fare chiarezza su cosa sono e quali sono le differenze tra coliving e cohousing, in modo tale da poter scegliere questa tipologia di modelli di vita e di lavoro con maggiore consapevolezza.

Cosa prevede il coliving

Il coliving è un modello che prevede la commistione tra esigenze abitative ed esigenze lavorative. È comparso per la prima volta qualche anno fa nella Silicon Valley per consentire a persone diverse, ma con interessi comuni dal punto di vista professionale, di entrare in contatto e condividere esperienze, progetti e vita quotidiana vivendo e lavorando sotto lo stesso tetto.

Di fatto si è trattato di un modo innovativo di pensare al networking tra professionisti. Nel coliving infatti non si condividono solo il tempo e lo spazio dedicato al lavoro all’interno del coworking, ma anche i momenti di vita quotidiana e di relax. Lo spazio abitativo infatti è dotato di numerose zone comuni oltre il coworking, come cucina e sala da pranzo, aree di svago, di relax, spazi per eventi e workshop.

Il concetto alla base è l’integrazione tra la sfera del “living” e quella del “working”, per favorire la nascita di idee e progetti grazie alla condivisione e alla collaborazione anche al di fuori del contesto lavorativo. Possiamo dire che la vita in un coliving è perfetta per chi ama stare in un ambiente in continuo fermento ed essere circondato da stimoli.

Cos’è il cohousing?

Per cohousing si intende in generale uno stile di vita basato sulla collaborazione e sulla condivisione. E fin qui, dirai tu, sembra la stessa cosa del coliving. Beh sì e no, perché possiamo dire che il cohousing è un antenato del coliving.

Questo modello è nato negli anni ‘60 in Danimarca come condomini formati da case private che mettevano in comune spazi e servizi per far vivere insieme e condividere tutti i residenti.
In un cohousing l’obiettivo è quello di garantire un’ottima qualità della vita comune. Gli spazi e il design sono pensati per favorire l’incontro e lo scambio tra i residenti, coltivando i valori di solidarietà, condivisione e collaborazione.
L’obiettivo quindi non è quello di agevolare il networking professionale, come in un coliving. Qui ci si ferma a uno step precedente: nel cohousing l’intento è vivere in maniera collaborativa, non lavorare e vivere. Nel cohousing si condivide solo la propria quotidianità all’interno di uno spazio che è abitativo, prescindendo dall’aspetto lavorativo.

Forse in maniera un po’ impropria potremmo dire che il cohousing può assumere le sembianze di una struttura ricettiva come un Airbnb, in quanto adibita a ricevere degli ospiti per periodi più o meno lunghi; tuttavia l’aspetto della condivisione di uno stesso sistema di valori incentrato sulla collaborazione e il vivere bene in comune è imprescindibile.

Coliving e cohousing possono convinvere?

Ora che abbiamo chiarito quali sono le differenze, possiamo dire che i due modelli hanno molto in comune. In entrambi i casi infatti si viene a creare un senso di comunità in cui il lato umano è molto importante: chi vi abita si sente parte di una community collaborativa in cui non ci si può sentire soli né isolati.

La nostra BeetCommunity nasce proprio dall’idea e dal desiderio di creare una community di persone e professionisti, cercando di andare incontro alle esigenze di tutti. Abbiamo creato infatti il primo Coliving in Sicilia, ma da noi può trovare spazio anche solo chi cerca solo uno spazio abitativo. Per questo abbiamo creato il nostro cohousing e l’abbiamo chiamato CoHabitat, perché ci piace pensare che i nostri spazi creino proprio un habitat favorevole per tutti coloro che amano condividere e collaborare. Vieni a trovarci quando vuoi!